domenica 26 luglio 2020

Io me la ricordo la felicità !


"Io me la ricordo la felicità, era fatta di operai che andavano al mare quel giorno di agosto, tutti. Con le macchine senza aria condizionata, con i portapacchi pieni di valigie e le autostrade senza bollini neri. Erano gli anni dove i pensionati potevamo permettersi la giusta ricompensa dopo una vita di sacrifici, 
... erano gli anni delle spiagge con i tavolini e le paste al forno, 
e quei contenitori frigo, più forniti dei supermercati. 
La felicità, con quelle sedie pieghevoli e quei caffè nei thermos a fine pranzo, le foto con i rullini, i discorsi tutti insieme a fine pranzo, i bambini che facevano i bambini. Le città deserte.



Aveva un altro sapore la felicità, le discoteche in spiaggia, fatte di legno con le lampadine colorate, le ragazze sedute che aspettavano l’invito per ballare quei lenti e conoscersi meglio, eravamo più estranei e molto più intimi senza sapere ancora il nome. 
Noi, con una chitarra e un fuoco in spiaggia, avevamo il paradiso, noi in cerchio e una bottiglia che girava trovavamo un bacio...
Noi, figli dei francobolli e delle cartoline “tanti saluti dal mare”
 che spedivamo sempre l’ultimo giorno, forse per questo avevano il sapore amaro quei francobolli quando li leccavi, perché le vacanze finivano, ma si tornava a casa felici, senza bollette arretrate nei cassetti, con le cartoline che arrivavano in autunno, con la serenità nella testa e la speranza sempre a portata di mano.



Invece oggi i centri commerciali sono sempre aperti, 
le città sempre più popolate, i pensionati li vedi lì, 
sotto qualche albero per un po’ di fresco. 
Abbiamo voluto di più ma abbiamo ottenuto di meno….

Ci facciamo sempre più foto senza andarle a sviluppare, 
e qui, ci hanno fregato l’attesa…
Andiamo in spiagge organizzate e devi rispettare i limiti, 
e qui, ci hanno fregato gli spazi…
Abbiamo ottenuto un smartphone per parlare con il mondo, 
e qui, ci hanno fregato la voglia di stare insieme...
Io me la ricordo la felicità, rimaneva sulla pelle, 
e non aveva nessuna password"...









"foto tratte dal web"




sabato 18 luglio 2020

Oggi vi porto a Monte Cerignone....


Ecco dov'è Monte Cerignone,
un borgo medioevale di circa 600 abitanti,
a quasi 600 mt. di altezza.



Nella piazzetta del paese c'è tutto, il comune,
una farmacia, una ottima fantastica trattoria,
e pochi metri più avanti un bar, ed un alimentari.



Tutti gli anni, nel secondo fine settimana di luglio, 
hanno luogo le Giornate Medioevali
che attirano centinaia di appassionati da tutta Italia
In queste tre Giornate
 è possibile per il visitatore tornare indietro nel tempo 
e scoprire uno dei periodi storici
 più affascinanti e misteriosi. 



Durante le Giornate Medioevali,
Sono molte le attrazioni a tema,
 i giochi e gli appuntamenti culinari. 
Tra piatti tipici della tradizione, bancarelle,
 spettacoli di ogni tipo 
(dal volo dei falchi ai mangia fuoco) e il "Palio dell'Uovo" 
sembra quasi che il tempo si sia fermato a Mons Cerignonis



sembra quasi che il tempo si sia fermato a Mons Cerignonis.
se siete nei pressi non mancate di fargli una visita !



Il panorama da lassù poi è una meraviglia !!!






domenica 12 luglio 2020

STRADE SU STRADE....

Usatele ste moto, quando potete, come potete,  ma usatele!
Sono macchine del tempo con le quali cogliere sfumature diverse nei colori dei paesaggi.
Eppoi viaggiateci!
Anche se le gambe si intorpidiranno, pure se la schiena vi farà male e i polsi formicoleranno.
Sono segnali che siete vivi, anche lontano dai 12 airbag del vostro suv, senza clima quadrizona e profumo diffuso.
Sentite l'odore dell'erba.
Sentite il caldo.
E poi il freddo la sera.
Fermatevi spesso, pisciate dietro un albero, fumatevi una sigaretta, sedetevi sul muretto di pietra caldo di una stradina dimenticata da dio.
E dagli uomini sopratutto.
Ascoltate le cicale, invece dei messaggi wa.
Lasciate perdere il superfluo, una borsa da serbatoio vi bastava pure 30 anni fa, quando dovevate portarvi pure shampoo e gel capelli, figurarsi oggi!
Ed infine perdetevi!
Chiedete ai benzinai, entrate nei baretti, fatevi fare un panino dall'alimentari del paese.
E sti cazzi di quanto ci mettete, di quanto vi fermate, di quanto scricchioleranno le giunture.
Poi se piove amen, ci si ripara da qualche parte, che tanto saremo già tutti bagnati.
Ma sempre con quel cazzo di sorriso da ebeti che ci appare sul volto, lo stesso di quando da bambini facevamo la cazzata in bicicletta e sapevamo che le avremmo prese.
Però che goduria. (Ciao Laika 🏍!!!! Grazie del giro)

lunedì 6 luglio 2020

La leggenda di CYNARA, ovvero : il carciofo è un fiore !

premetto che non me lo aspettavo neppure io :

il carciofo non è una verdura, né un frutto, ma un fiore !



Ma vediamo un po’ che si dice della bella Cynara, 
la ninfa che aveva i capelli biondo cenere, da cui il nome latino di Cynara, 
la carnagione rosata e gli occhi verdi che prendevano riflessi viola. 
Si racconta di lei che fosse orgogliosa. Ebbene, l’orgoglio è il fratello della dignità, 
dov’è il problema? Ma ovunque cerchiate troverete scritto che 
oltre ad essere orgogliosa era volubile. Una traduzione errata, 
o un difetto posto a mitigazione di quel pregio che impedì a Zeus 
di averla tra le sue conquiste? Di lei si dice anche che avesse un carattere ispido 
come una spina ma un cuore tenero e gentile. Ebbene, se ne stava serena tra i boschi, Cynara, e forse non immaginava che la sua libertà di non essere accondiscendente 
col maschio conquistatore per antonomasia l’avrebbe pagata trasformandosi in un ortaggio dalle brattee verdi, con venature biondo cenere e violette 
in ricordo della sua bellezza e un cuore tenero 
che gli umani avrebbero apprezzato… consumandolo a tavola!




Insomma, la bella Cynara conquistò l’immortalità attraverso lo stesso mito 
che ce la mostra colpevole di “insolenza” per aver osato rifiutare quel dio il quale, 
per punizione, la trasformerà in uno spinoso benché squisito carciofo! 
Perché Zeus, come tanti omuncoli incapaci di accettare un rifiuto 
o semplicemente un parere diverso da parte di una donna, 
non resse all’affronto della libertà di scegliere e si macchiò di un crimine che, 
a guardarlo oggi, fuor di leggenda, smonta la sua divinità rendendolo pari 
a uno di quei banali quaquaraquà che se colpiti nella loro nullità 
si trasformano in stalker o addirittura in assassini.


Parlando del carciofo puramente come vegetale, vediamo che si tratta di una 
pianta erbacea perenne il cui fusto sotterraneo (il rizoma) resta dormiente 
dopo la fioritura annuale per poi rigermogliare e produrre nuove piante, 
a meno che non venga espiantato ed essiccato per ottenere rimedi farmaceutici 
ed erboristici e, in quel caso, si ripiantano solo le nuove gemme o si pianta il seme. 
Anche le foglie del carciofo sono utilizzate a livello officinale, mentre 
a scopo alimentare si usa solo la parte superiore, cioè le brattee 
il ricettacolo e lo stelo fiorale che chiamiamo gambo. 



Persino Pablo Neruda ne scrisse un ' ode :
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all'asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l'origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero...




p.s. le foto le ho fatte io nel praticello di dove abito, il carciofo se non colto 
fiorisce proprio così in maniera incantevole, perché è proprio il cuore
che sboccia e dipinge i prati verdi di un intenso viola bluetto.