Una inchiesta delle Procure di
Milano e Napoli mostra come le
immagini destinate a comprovare
gli esiti di ricerche sul cancro,
pubblicati da primarie riviste
scientifiche e utilizzati per rafforzare
il curriculum dei ricercatori in
concorsi pubblici e per concorrere
a finanziamenti erogati
dall’Associazione italiana ricerca sul cancro
sono stati manipolati al
computer con uno sconcertante photoshop.
Il caso concreto all’esame della magistratura, segnalato dall’esposto
di un biologo molecolare
ricercatore del Cnr ha trovato conferma
nella consulenza informatica
affidata dai pm milanesi riguarda otto
pubblicazioni prodotte fra il
2001 e il 2012 dal gruppo di lavoro del
professor Alfredo Fusco,
ordinario di patologia generale, direttore
a Napoli dell’Istituto di
endocrinologia e oncologia sperimentale del
Cnr, socio corrispondente
dell’Accademia dei Lincei e membro della
commissione scientifica
consultiva dell’Airc, da tempo impegnato
sui meccanismi molecolari alla
base di varie forme tumorali.
Quando sono stati perquisiti i
laboratori di Fusco e della ricercatrice
del suo gruppo, Monica Fedele,
nei «quaderni di laboratorio» dei
singoli esperimenti non sono
stati trovati gli originali delle immagini
corrispondenti a quelle
(manipolate) pubblicate negli articoli.
Un’altra teste ricercatrice ha confermato agli inquirenti il contesto di
una mail ricevuta dalla collega
ora indagata insieme al professore
per le ipotesi di falso e di
truffa, la quale all’epoca le scriveva :
«Purtroppo il plasmide Atm, come
temevamo, non è buono. Ho
parlato di tutte le difficoltà con
Alfredo (il professor Fusco, ndr ).
Siccome gli esperimenti che dovevo fare
con questo plasmide sono
controlli di esperimenti che tu hai già fatto
e per il quale hai già fatto
1.000 controlli, lui si sente sicuro di quello
che viene affermato nel paper
mi ha chiesto di modificare la figura
aggiungendo quei controlli anche se
di fatto non siamo riusciti a farli (...)
Spero tu sia d’accordo perché
altrimenti questo lavoro rischia di essere
bruciato. Ho bisogno che mi
invii le foto originali in un formato compatibile con
Photoshop».
Altri dettagli dell’indagine, sviluppata ora
per competenza territoriale
a Napoli fanno intuire che il fenomeno è
talmente ampio da aver
creato un mercato per studi di computer grafica
specializzati nel taroccare
la visualizzazione di test «su richiesta di
dipartimenti scientifici e laboratori
di ricerca» : un fotografo ha messo a verbale che
i ricercatori committenti
«capita siano presenti e dirigano le
operazioni» oppure mandano un negativo
e con foglio scritto a mano ci
chiedono quali parti delle immagini isolare
o spostare in posizione diversa
dall’originale». lferrarella@corriere.it
MA ALLORA E' VERO CHE LA VIVISEZIONE NON SERVE ?!
VI IMMAGINATE, SE FRA UNA SETTIMANA SI TROVI
FINALMENTE UNA CURA EFFICACE E POCO COSTOSA...
PER IL CANCRO... I MILIONI DI EURO CHE MANTENGONO
L'INDOTTO SPARIREBBERO, E LE RICHESTE DI DENARO
PRIVATE E PUBBLICHE DOVREBBERO SMETTERE...
MEDITATE GENTE... MEDITATE !!!!!!!!!!!
NON SMETTETE MAI DI DOMANDARVI "CUI PRODEST"